GLI SCHIERAMENTI E L’INTERPRETAZIONE DEI SONDAGGI
I social, si sa, sono interessanti finestre aperte sull’opinione pubblica. Ci sono i pubblicatori compulsivi, con diversi post al giorno, che ripostano qualsiasi informazione, notizia o opinione che corrisponda al loro pensiero, o alla loro indignazione. Ci sono i parsimoniosi, che postano solo quando ci tengono a condividere qualcosa. Ci sono i profeti di sventura che, anche quando spettacolarmente smentiti, fingono di avere sempre ragione. Scremare le informazioni dalle notizie false non è facile, perché nel mare magno dei social, e nella brevità del post, l’opinione personale è diffusa come fosse una notizia.
Ad esempio, in questi giorni, dopo l’esternazione di Silvio Berlusconi su Zelensky, ho letto svariati commenti che sostengono come “la maggioranza” (di solito la “stragrande maggioranza”) degli Italiani sia della stessa opinione di Berlusconi: la guerra in Ucraina è colpa di Zelensky. Ma è proprio così? Stando a questo sondaggio, no.
https://www.affarinternazionali.it/italiani-incerti-e-divisi-sulla-guerra-in-ucraina/
A quanto emerge dal sondaggio, la maggioranza (58%) ritiene che il responsabile della guerra sia chi ha invaso il Paese confinante, ovvero Putin.
La stragrande maggioranza (questa lo è per davvero, 80%) è con il popolo ucraino, ed è favorevole ad accoglierne i profughi.
Però è vero che la maggioranza, il 57%, è contraria all’invio di armi in Ucraina.
I dati sono abbastanza contraddittori, visti in questo modo. Provo a darne una lettura. E confermo: è la mia opinione di psicoeconomista, non è una notizia. Dagli articoli pubblicati da varie testate, in questi mesi, e dai commenti del pubblico sotto gli articoli medesimi, credo che gli schieramenti siano i seguenti.
I POLITICIZZATI
I filooccidentali a prescindere. Sono quelli per i quali “la guerra non è mai finita”; noi siamo eterni debitori agli USA per averci aiutati, prima a sconfiggere il nazifascismo, e poi a non finire nelle grinfie del blocco sovietico. E anche per il piano Marshall. Gli Americani hanno sempre ragione, perché stanno dalla parte dei buoni. Una rilettura della biografia di Colin Powell, ad esempio, potrebbe aiutare a prendere qualche distanza.
I filorussi a prescindere. Si trovano sul fronte opposto al precedente; i Russi (sarebbero i Sovietici, ma bisogna adeguarsi) hanno ragione comunque, perché guidati dalla stella polare del comunismo, che è bello, buono e giusto. Come al precedente schieramento, l’ideologia impedisce di avanzare qualsiasi ipotesi alternativa. L’ascolto dei podcast di Memorial-Italia, per dirne uno, potrebbe aiutare ad essere un po’ più distaccati.
Quando ci si mette l’ideologia politica, è difficile confrontarsi, perché è quasi una seconda natura, e perché è abitudinaria. Peraltro, funziona anche all’opposto: i due schieramenti appena visti sostengono una delle due parti per amore incondizionato, oppure per odio incondizionato della controparte; ma in questo caso, dimenticano che la filosofia “il nemico del mio nemico è mio amico” è matura e costruttiva come Blanco a Sanremo. Gli odiatori della controparte, non a caso, si esprimono con termini da asilo a scoppio ritardato, come: “quel gran figlio di Putin” o “il presidente Bidè”… Che lenze!
GLI SPAVENTATI
Nella maggioranza contraria all’invio di armi, invece, mi sembra ci sia un nutrito gruppo di timorosi. Temono che il conflitto dilaghi oltre i confini ucraini e venga in Europa. Sono i sostenitori della pace, fosse anche un po’ ingiusta, ma che metta fine alle morti. Ora, siamo brutalmente onesti, dei morti ucraini (ma anche russi) per quanto ci dispiaccia, non ci interessa poi così tanto; è un fatto accertato che la distanza geografica e culturale riduce proporzionalmente l’empatia.
Comunque, io le capisco le persone spaventate dalla guerra, hanno tutte le ragioni per temerla; ma purtroppo, studiando un po’ di Storia, si vede che una pace ingiusta di solito non dura, e aggiunge sfiducia e frustrazione alle già opinabili motivazioni per scatenare una guerra. Peraltro, è difficile che entrambe le parti concordino sull’idea di pace giusta; ma in questo caso particolare, chi sostiene che l’Ucraina dovrebbe accettare le proposte di pace “per mettere fine al massacro di civili” non parla di pace, ma di resa. Il che ci riporta alle considerazioni della pace non duratura. A questo schieramento del nostro sondaggio, vorrei ricordare le parole di Winston Churchill:
Potevano scegliere fra il disonore e la guerra: hanno scelto il disonore e avranno la guerra
Winston Churchill
GLI ANTI TUTTO
Questo è gruppo più difficile con il quale confrontarsi: sono i qualunquisti un tanto al chilo, sono antisistema, anti-maggioranza, anti-mainstream (chiamano l’informazione sempre così). A seconda del momento sono antiamericani, antirussi o anti-ucraini. Sono contrari alle sanzioni, principalmente perché sostenute dalla UE; sono contrari a Zelensky perché “faceva l’attore, che esperienza vuoi che abbia?” (Anche Reagan era un attore, e Papa Francesco ha fatto il buttafuori di una discoteca… quindi?) E poi alla fine, “se la sono cercata”, “sono dei nazisti, quelli dell’Azov” (invece la Wagner bussa porta a porta a vendere i biscotti dei boy-scout).
La cosa che trovo più buffa è che, tendenzialmente, sono molto attivi sui social: sbandierano ai quattro venti la loro capacità di ragionare con la loro testa, di non adeguarsi, di informarsi sui canali giusti. Dimenticano che i social sono proprietà di capitalisti americani o cinesi (eh sì, esistono i capitalisti cinesi, anche se hanno la vita abbastanza dura) ovvero, proprio i migliori rappresentanti del sistema. A questo gruppo suggerirei di leggere “How to talk to a science denier” che illustra come alcune opinioni finiscano per radicarsi in un vero e proprio tratto del carattere. Volete verificare? Chiedete quale prova ammetterebbero che possa confutare le loro teorie. Non ammetteranno alcuna prova, testimonianza o informazione, sostenendo che tutte siano manipolate. Dal sistema, naturalmente.
I SIMPATIZZANTI PER OSMOSI
Questo è un gruppo molto sparuto. Sono persone che hanno cercato poche informazioni sugli eventi, ma conoscono il territorio perché lo hanno visitato più volte, o hanno avuto molti contatti per lavoro, oppure hanno amici ucraini o russi. Tendono ad accettare le conoscenze, o le informazioni dei loro conoscenti, senza troppe domane o verifiche. E’ un atteggiamento molto comprensibile e molto umano, ma poco efficace. Potrebbero rileggere L’Insostenibile Leggerezza dell’Essere.
IN CONCLUSIONE
Naturalmente, ci sono anche: gli studiosi di Storia, i super informati, gli appassionati di geopolitica… e si sono disposti nei vari schieramenti del sondaggio, a seconda della formazione e di quanto hanno potuto comprendere.
In generale, sono sempre critica sulla pubblicazione dei dati, in Italia: ho trovato un solo sondaggio e quasi privo di interpretazione dei dati emersi. Peccato. In un mondo di opinioni spacciate per informazioni e di fake news, avere notizie certe e saper leggere il reale orientamento dell’opinione pubblica, sarebbe la via per decidere, senza troppi dubbi, da che parte stare.
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